Un accumulo è un serbatoio all'interno del quale l'acqua viene mantenuta ad una determinata temperatura media. Gli accumuli possono essere a servizio dell'acqua calda sanitaria, del riscaldamento o del raffrescamento. La loro presenza ha lo scopo di ottimizzare l'uso di un determinato servizio, ad esempio migliorandone il comfort come nel caso dell'ACS. Dal punto di vista del calcolo, tuttavia, gli accumuli rappresentano in generale delle perdite e occorre, quindi, valutare il corretto inserimento dati per evitare problemi con le eventuali verifiche ad esempio di efficienza.
Per definire un accumulo, in generale, è necessario specificarne la tipologia di utilizzo (acs, riscaldamento, combinato, ecc.), il volume del serbatoio e, quindi, la dispersione termica:
Quest'ultima può essere calcolata inserendo la superficie dell'accumulo, lo spessore dell'isolante e la sua conduttività. Oppure, in alternativa, selezionare la casella "Dispersione termica nota" e introdurre direttamente il valore della dispersione dichiarato dal produttore. Occorre, tuttavia, prestare attenzione in quanto il dato richiesto è la dispersione per grado Kelvin di variazione, in altre parole il parametro comunemente denominato Kboll.
Gli altri dati da inserire sono la temperatura media dell'accumulo (da valutare in base al servizio a cui è destinato l'accumulo stesso) e la sua ubicazione.
In merito all'indicazione di "accumulo solare" è possibile consultare lo specifico articolo:
Accumulo solare e volume di backup
Un aspetto importante da considerare è il caso degli accumuli integrati ai generatori. In questi casi, infatti, le perdite dovute agli accumuli sono già considerate nei rendimenti dichiarati dal produttore per l'intero generatore. Di conseguenza, per queste casistiche, si può omettere di definire l'accumulo nel modello, al fine di evitare di considerarne le perdite due volte. In ogni caso è opportuno verificare il tutto nella scheda tecnica del generatore stesso.
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